Lunedì, 01 Marzo 2021 08:48

FATTURATO DEI SERVIZI, RECORD NEGATIVO STORICO NEL 2020. FIPE E FEDERALBERGHI. "SITUAZIONE DRAMMATICA

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Nel corso del 2020 si è registrata una flessione dell'indice del fatturato delle imprese dei servizi del 12,1%, la più ampia dall'inizio delle serie storiche (disponibili dal 2001). La perdita di fatturato ha colpito la quasi totalità dei settori rilevati, ma particolarmente rilevante è il calo nelle attività più toccate dalle restrizioni connesse all'emergenza sanitaria, come quelle legate alla filiera del turismo (Attività delle agenzie di viaggio -76,3%, Trasporto aereo -60,5%, Attività dei servizi di alloggio e ristorazione -42,5%). Sono le stime rese note dall'Istat (vedi i dati completi a questo link).

Per quanto riguarda il solo quarto trimestre, l'indice destagionalizzato del fatturato dei servizi è sceso del 2,2% rispetto al trimestre precedente, mentre l'indice generale grezzo è in calo del 7,6%. La flessione congiunturale è particolarmente ampia nel settore delle Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-32,8%), mentre diminuzioni più contenute si registrano per il Commercio all'ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-1,2%), per le Attività professionali, scientifiche e tecniche (-0,6%) e per i Servizi di informazione e comunicazione (-0,5%). Incrementi rispetto ai tre mesi precedenti si rilevano per Agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+6,8%) e per il Trasporto e magazzinaggio (+0,2%).

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno le variazioni sono negative in tutti i settori: quelle flessioni più marcate riguardano le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-50%), le Agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (-16,3%) e il Trasporto e magazzinaggio (-16,1%). Un po’ meglio le Attività professionali, scientifiche e tecniche (-3,7%), il Commercio all'ingrosso, commercio e riparazione di autoveicoli e motocicli (-2,2%) e i Servizi di informazione e comunicazione (-0,5%).

Fipe: "Tra ottobre e dicembre la ristorazione ha perso 11 miliardi"

 

E' un profondo rosso di cui ancora non si vede la fine. Secondo l'ufficio studi di Fipe-Confcommercio, che ha elaborato i dati Istat, nel quarto trimestre del 2020 la ristorazione italiana ha perso 11,1 miliardi di euro, chiudendo così con un -44,3% di fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019. Un risultato determinato da quello che è stato, a tutti gli effetti, un secondo lockdown autunnale per il comparto della ristorazione che, complessivamente, lo scorso anno ha perso 34,6 miliardi di euro, il 36,2% rispetto al periodo pre Covid. "Siamo davanti a un abisso apparentemente senza fine - commenta in una nota la Federazione italiana dei Pubblici esercizi - Con la fine di marzo si chiuderà, con ogni probabilità il quinto trimestre consecutivo con segno negativo per un settore che rappresenta, più di ogni altro, l'italianità. Un settore che, oltre a dare lavoro direttamente a 1,3 milioni di persone, rappresenta il terminale essenziale della filiera agroalimentare. Numeri che richiedono almeno una graduale riapertura per evitare che l'intero settore vada in default".



Federalberghi: “Servono interventi urgenti per consentirci di sopravvivere”


“L’Istituto nazionale di statistica ufficializza ciò che Federalberghi dice oramai da un anno: la crisi ha colpito gli alberghi più duramente di altri settori. E nel 2021 la situazione è ulteriormente peggiorata: a gennaio il nostro osservatorio ha registrato un calo dell’83% delle presenze turistiche rispetto allo stesso mese del 2020. Abbiamo perso il 75% dei turisti italiani ed il 90% degli stranieri. Oltretutto, quest’ultimo è il segmento che spende mediamente di più”, commenta la Federazione in una nota.

“Basti solo un solo esempio: Venezia, meravigliosa città d’arte che ha iniziato a soffrire già nel novembre 2019, a causa dell’acqua alta, e non si è più ripresa. A gennaio 2021 gli alberghi veneziani hanno perso rispetto allo stesso mese dell’anno precedente l’87% in termini di occupazione ed il 91,4% in termini di ricavi per camera disponibile”, continua Federalberghi.

“Dopo l’azzeramento della stagione invernale, si addensano nubi fosche anche sui prossimi mesi. La proroga delle restrizioni sino al 6 aprile ha cancellato le vacanze di Pasqua, mentre il calendario quest’anno non prevede i ponti di primavera (il 25 aprile cade di domenica e il primo maggio di sabato). Anche la stagione estiva rischia di partire con il passo sbagliato. Chiudere le scuole il 30 giugno vorrebbe dire ritardare di quasi un mese le prime partenze. Senza considerare poi che fino a quando non verrà presa una decisione definitiva, le famiglie tarderanno a fare programmi e anche gli albergatori non potranno pianificare assunzioni, acquisti e riaperture”, proseguono gli albergatori italiani.

“Nel suo discorso al Senato in occasione del voto di fiducia il presidente Draghi ha dichiarato di voler aiutare imprese e lavoratori del turismo ad uscire dal disastro creato dalla pandemia. Ribadiamo la nostra soddisfazione nel vedere finalmente il riconosciuto al turismo un ministero con portafoglio, ma siamo sull’orlo del baratro. Servono interventi urgenti per consentirci di sopravvivere. Le imprese alberghiere portano ricchezza sul territorio e generano occupazione. Proprio quel genere di occupazione che ha subito le conseguenze peggiori della crisi: donne e giovani. Aiutare il turismo, significa anche offrire una prospettiva ai soggetti più deboli”, conclude Federalberghi.

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