Martedì, 11 Maggio 2021 08:54

RIAPERTURE, IN SETTIMANA ARRIVANO NUOVE DATE

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Il ministro Gelmini assicura novità a breve per palestre, piscine e settore del wedding. Venerdì la riunione della cabina di regia dovrebbe decidere su ristoranti al chiuso, caffè al bancone e prolungamento del coprifuoco
Al via la settimana che porterà il Governo a definire il cronoprogramma delle nuove riaperture: dal wedding allo sport, dai ristoranti al chiuso all'allentamento del coprifuoco ai centri commerciali nei weekend. Tra i settori che chiedono a gran voce la ripartenza c'è quello dei matrimoni, che il ministro per gli Affari regionali e le autonomie, Mariastella Gelmini, ha provato a rassicurare: "il Governo ci sta lavorando e sulla base dell'andamento dei contagi presto daremo una data”.

E lo stesso vale per lo sport, dove sono ancora in stand-by piscine al chiuso e palestre: “già in settimana ci saranno cabine di regia con il Cts per dare date a questi settori", ha detto Gelmini. Per il wedding le Regioni puntano a ripartire già dal primo giugno con linee guida che prevedono banchetti all'aperto, ospiti rigorosamente distanziati e mascherina per tutti. Ma una data più probabile è quella del 15 giugno. Il via libera alle piscine al chiuso potrebbe invece avvenire prima, mentre i negozi dei centri commerciali dovrebbero aprire al pubblico nei weekend dal 22 maggio. Per quanto riguarda ristoranti al chiuso, caffè al bancone e prolungamento del coprifuoco (alle 23, è l'ipotesi più probabile al momento) le novità potrebbero scattare già da lunedì 17 maggio, ma nella maggioranza non c’è accordo e il premier Draghi dovrà quindi trovare una sintesi come è accaduto per le riaperture del 26 aprile scorso.

La disfida del caffè al banco
Intanto è tornata la zona gialla in quasi tutta Italia, ma non per i bar. Nel senso che rispetto alla zona gialla “classica” stavolta non è possibile consumare al banco (salvo se il pubblico esercizio abbia tavoli all'aperto), come conferma una circolare emessa il 24 aprile dal Ministero dell'Interno (qui il link in pdf). Immediata la reazione di Fipe-Confcommercio, che dopo aver sottolineato che “introduce una limitazione ulteriore che non esiste nel Dpcm del 2 marzo, al quale l'ultimo decreto fa riferimento", sottolinea che "il divieto di consumazione al banco è privo di fondamento giuridico e sanitario. Se il governo non vuole contraddire se stesso, dovrebbe chiarire una volta per tutte e in maniera inequivocabile che bere un caffè al banco e mangiare un croissant è possibile e, con il giusto distanziamento interpersonale, privo di rischi. Ci aspettiamo che si metta subito mano ad un intervento che ristabilisca la possibilità di consumare al banco". Con la circolare si mette al bando "un consumo pratico, veloce e sicuro particolarmente apprezzato dai consumatori anche per la sua economicità".

Ogni due settimane un "check" sul provvedimento
Facendo un passo indietro, va rilevato che le proteste delle Regioni non hanno sortito effetto, almeno per ora. Per il decreto sulle riaperture c'è stata infatti la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Le Regioni erano tornate a chiedere di portare il coprifuoco alle 23 e di permettere di lavorare ai pubblici esercizi anche nei locali interni, ma respingendole l'Esecutivo ha precisato che sul provvedimento verrà fatto un check ogni due settimane a tutte le misure. Il primo sarà a metà maggio. A confermarlo lo stesso stesso ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini: "il coprifuoco non durerà fino al 31 luglio. È lo stesso decreto a dirlo, precisando che il Consiglio dei ministri potrà intervenire nelle prossime settimane, modificando periodicamente nel dl sia le regole per le riaperture che gli orari del coprifuoco". Sul tavolo delle richieste delle Regioni c'erano anche le riaperture del settore del wedding e delle piscine al chiuso, oltre alla ripresa degli allenamenti individuali nelle palestre già dal 26 aprile. Di rilevante c'è il fatto che è "saltata" la riapertura dei centri commerciali nei fine settimana contrariamente a quanto previsto dalle bozze, che indicavano la possibilità di aprire i centri commerciali, i parchi commerciali e le strutture analoghe nei fine settimana a partire dal 15 maggio.


Il contenuto del decreto
Il Consiglio dei ministri ha varato il nuovo decreto anti coronavirus le cui bozza era stata licenziata venerdì scorso. Nessuna novità di rilievo, a parte l’astensione politicamente pesante della Lega, che contesta la conferma del coprifuoco alle 22, valida fino al 31 luglio. Da lunedì 26, dunque, si è cominciato a riaprire, tra i primi i ristoratori: in zona gialla, fino a tutto il mese di maggio, sarà possibile pranzare o cenare solo nei locali che hanno tavoli all'aperto, mentre dal primo giugno si potrà mangiare anche al chiuso, ma solo a pranzo. Sempre in area gialla riapriranno con specifici protocolli teatri, cinema, spettacoli e musei. Dal 15 maggio sarà consentita l'attività nelle piscine scoperte e dal primo giugno nelle palestre al chiuso, data in cui saranno aperti al pubblico anche manifestazioni ed eventi sportivi di interesse nazionale. Il 15 giugno ripartono le fiere e dal primo luglio sarà la volta di congressi e parchi tematici. Per quanto riguarda gli spostamenti tra le Regioni resta necessaria l'autocertificazione, dove è già prevista, ma da subito si potrà girare più liberamente con in tasca il “certificato verde”, che attesti la vaccinazione, l'esecuzione di un tampone negativo o l'avvenuta guarigione dal Covid. Chi avrà il pass potrà anche accedere a determinati eventi, culturali e sportivi.


Fipe: “si chiudono i pubblici esercizi, ma il Covid circola altrove”

 

Un'operazione condotta dai Nas in un migliaio di imprese mai sottoposte a misure restrittive in tutta Italia ha rivelato che il Covid 19 circola abbondantemente in questi luoghi, frequentati ogni giorno da milioni di persone. "Si è scoperta l'acqua calda. Da mesi, dinanzi ai contagi che crescono, denunciamo l'inefficacia di misure di contrasto della pandemia che hanno un unico leit motiv: la chiusura dei pubblici esercizi”, ha commentato Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe Confcommercio, la Federazione italiana dei Pubblici esercizi. "È ora di abbandonare la politica delle chiusure - aggiunge la Federazione - e concentrarsi sui controlli che vanno estesi e rafforzati a tutte le attività perché se si rispettano i protocolli tutti possono lavorare in sicurezza. È inaccettabile che dinanzi alla circolazione del virus si utilizzino le nostre attività come capro espiatorio per dire che si sta facendo tutto il possibile, mentre non è affatto così".

 

Il commento di Federazione Moda Italia
"Abbiamo apprezzato la tempestività con cui il ministro Giorgetti ha dato seguito alla nostra proposta di permettere l'apertura dei punti vendita anche in zona rossa con la possibilità di entrare solo per appuntamento. Anche le numerose attività di moda nei centri commerciali si aspettavano un'inversione di tendenza sulle aperture nei weekend dal 15 maggio. Attendiamo fiduciosi l'accoglimento delle nostre proposte anche a seguito del check a tutte le misure che sarà effettuato ogni due settimane o in sede di conversione del decreto in legge". Così il presidente di Federazione Moda Italia, Renato Borghi.

 

Riapertura scuole, Conftrasporto propone ncc e taxi
“Per supportare un corretto nuovo avvio delle scuole superiori nelle grandi città è necessario usare i soldi pubblici per modalità di trasporto intelligente”. Così Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto-Confcommercio, convinto della necessità di una maggiore sicurezza negli spostamenti all’interno delle aree metropolitane. “Invece di mandare nuovamente gli studenti nelle metropolitane e sui tram affollati, è necessario permettere, per quegli studenti che arrivano dalle aree limitrofe delle grandi città, di organizzare il trasporto in piccoli gruppi con taxi e NCC. Usiamo i soldi pubblici – suggerisce Uggè - affinché gli studenti, ma anche i docenti, viaggino con maggior sicurezza anche attraverso la suddivisione delle classi di insegnamento, quindi con differenti orari di ingresso a scuola durante la giornata, come si faceva una volta. Contemporaneamente, aiutiamo le categorie dei tassisti e degli ncc, che soffrono per mancanza di clienti. Lo Stato deve fare la sua parte”.

 

Sangalli: “anticipare le riaperture per le attività all'interno”


"Le aperture per le sole attività all'aperto rischiano di penalizzare almeno la metà delle imprese che non possono usufruire di questa possibilità. Per i pubblici esercizi della montagna, poi, è una doppia penalizzazione considerate le condizioni climatiche”. Lo ha detto il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nel suo intervento alla giornata "Legalità, ci piace!”. "Chiediamo - ha aggiunto Sangalli - due ulteriori accorgimenti: favorire una sensibilizzazione nei confronti delle amministrazioni locali nel permettere di utilizzare nuovi spazi pubblici, così da maggiore vivibilità delle nostre città e territori; anticipare prima possibile le aperture anche all'interno, con distanziamento e protocolli di sicurezza".

Fipe: “decreto un primo passo, ma serviva più coraggio”

"Avere una data per poter ripartire e poter lavorare la sera sono certamente segnali che vanno nella giusta direzione, ma ci aspettavamo maggiore coraggio". È il primo commento della Federazione Italiana dei Pubblici esercizi, Fipe-Confcommercio, per la quale “si tratta solo di un primo punto di partenza, perché troppe imprese restano tagliate fuori dalla limitazione del servizio ai soli spazi esterni, subendo così una discriminazione. Per queste realtà il lockdown non finirà il 26 aprile. È fondamentale avere già nei prossimi giorni una road map molto precisa che indichi come e quando le riaperture potranno coinvolgere, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza, anche tutti quei locali che hanno a disposizione solo spazi interni. Parallelamente sarà importante invitare i Comuni a fare tutto quanto in loro potere per favorire la concessione di suolo pubblico agli operatori sfavoriti da questa riapertura parziale". Fipe sottolinea infine che "sarà essenziale che tutti quanti, imprenditori e avventori, dimostrino il massimo senso di responsabilità, rispettando pedissequamente le norme di sicurezza sanitaria stabilite dal Comitato tecnico scientifico. Non possiamo permetterci passi falsi. L'obiettivo comune deve essere quello di tornare a lavorare, e dunque a vivere, a pieno ritmo".

Sono 116mila i locali senza spazio esterno

Fipe fa inoltre notare che riaprire solo le attività che hanno i tavolini all'esterno "significa prolungare il lockdown per oltre 116mila pubblici esercizi". Il 46,6% dei bar e dei ristoranti italiani non ha infatti spazi all'aperto, una percentuale peraltro che nei centri storici, soggetti a regole molto più stringenti, aumenta considerevolmente. "Se questo è il momento del coraggio dice Fipe - che lo sia davvero. I sindaci mettano a disposizione spazi extra per le attività economiche che devono poter apparecchiare in strada ed evitare così di subire, oltre al danno del lockdown, la beffa di vedere i clienti seduti nei locali vicini". Per la federazione la data del 26 aprile da sola "non basta. Dobbiamo dare una prospettiva a tutti gli imprenditori. Bisogna lavorare da subito a un protocollo di sicurezza sanitaria stringente, che consenta la riapertura anche dei locali al chiuso e bisogna darci un cronoprogramma preciso, a partire dal 26 aprile. Non c'è più tempo da perdere. Nelle prossime ore chiederemo all'Associazione nazionale dei Comuni italiani di collaborare con noi per spingere i sindaci a concedere il maggior numero di spazi esterni extra, in via del tutto eccezionale e provvisoria, agli esercizi che in questo momento ne sono sprovvisti. Sarebbe un bel segnale di unità e di voglia di uscire dal pantano tutti insieme".

 

Sib: “'stabilimenti pronti ad accogliere i turisti stranieri dal 15 maggio”

Gli stabilimenti balneari "sono pronti ad accogliere i turisti anche stranieri, in particolare i tedeschi, che con la Pentecoste dal 13 maggio hanno un periodo di vacanze di 15 giorni. La nostra richiesta è stata accolta, siamo soddisfatti: l'apertura a giugno ci avrebbe penalizzato rispetto ad altri mercati concorrenti come la Grecia e la Spagna. L'importante è che l'Italia c'è, è pronta". Così Antonio Capacchione, presidente del Sib Fipe- Confcommercio, soddisfatto per l'accoglimento della richiesta fatta nei giorni scorsi al ministro del Turismo, Massimo Garavaglia. I balneari hanno iniziato già da qualche settimana a fare lavori di manutenzione sulle spiagge perché "non è che alziamo una saracinesca e apriamo - spiega Capacchione - alle volte c'è bisogno di un mese, di due mesi, dipende dalle dimensioni degli stabilimenti e quindi confido che dal 15 maggio si possa iniziare davvero a lavorare".

 

Federalberghi: “le terme sono già aperte e potranno offrire maggiori servizi”
Bene gli indirizzi formulati dalle Regioni, che “confermano gli alti standard di sicurezza garantiti dalle aziende termali”, ma non è chiaro “a quali ipotesi di termalismo si faccia riferimento quando si parla di riaperture al primo luglio. Ci auguriamo solo che eventuali profili di limitazioni alle attività termali presenti ad oggi nei testi normativi vengano aboliti al più presto”. Lo sottolinea Emanuele Boaretto, presidente di Federalberghi Terme, per il quale comunque "un ulteriore segnale positivo verrà dalle decisioni che il Governo si appresterebbe ad assumere e che consentirebbero di riprendere a breve i flussi turistici e sanitari idonei a far ripartire il settore dopo un anno di grosse difficoltà”. In ogni caso, conclude la Federazione, è bene ricordare che “gli stabilimenti termali italiani sono aperti già oggi per le prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza (fangobalneoterapia e inalazioni, ad esempio) e per attività riabilitative e terapeutiche".

 

Anche il gioco legale vuole ripartire, “noi dimenticati dal decreto”


Le quattro organizzazioni degli esercenti del gioco legale, tra cui Acadi-Associazione Concessionari dei Giochi Pubblici aderente a Confcommercio, esprimono "sconcerto e infinita preoccupazione per l'assenza di indicazioni sulle riaperture del gioco legale nella bozza del decreto Covid". "Il Governo, anche alla luce della drammatica situazione economica del Paese, ha deciso di riaprire nelle prossime settimane praticamente tutte le attività economiche, compresi cinema, teatri, palestre - affermano le organizzazioni – ma ancora una volta non troviamo alcun cenno sulla riapertura delle sale da gioco, chiuse da 300 giorni". La situazione economica delle aziende del settore, che non hanno goduto al momento di alcun ristoro, è drammatica: 12mila punti vendita chiusi, indotto completamente fermo, oltre 60mila lavoratori a rischio. "Siamo stupefatti che il settore del gioco rimanga praticamente l'unico escluso dalle previsioni di riapertura - concludono le associazioni di settore - nonostante l'impegno ad una riapertura in sicurezza e sostenibile. Confidiamo che nel testo definitivo il Governo possa indicare una data certa di riapertura, coerentemente con quanto è accaduto per tutti gli altri settori economici".

Una prima risposta all’appello è arrivata dal sottosegretario al Ministero dell'Economia, Claudio Durigon, che intervenendo a un webinar organizzato da Acadi-Confcommercio ha affermato: ''stiamo ragionando sulla possibilità di far rientrare nel prossimo dpcm una data conclamata di riapertura'' per il settore del gioco pubblico”, cercando di "qualificarla nel contesto dei ristoranti al chiuso''. ''Spero che nei prossimi giorni avremo delle notizie importanti''.

 

Confermato il Salone del Mobile, Sangalli: “evitato un autogol”
"La conferma del Salone del Mobile evita un autogol economico e dimostra ancora una volta che quando Milano fa sistema è sempre vincente. Ma soprattutto delinea con chiarezza il tempo della ripartenza per la nostra città e il Paese. È evidente che la rinuncia a una manifestazione così importante sarebbe stata letta a livello internazionale come l'incapacità del sistema italiano di garantire livelli minimi di sicurezza con ripercussioni evidenti per la ripresa del turismo". Per Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio Milano, è stato "evitato il passo falso” e ora “proponiamo di far convergere sulla sessantesima edizione l'avvio simbolico del Pnrr e dunque della ripresa economica e sociale della città e del Paese. Trasformando, anche a livello di comunicazione internazionale, una rinuncia penalizzante in una opportunità di nuova crescita".

 

Confcommercio Sicilia lancia “A fuoco il coprifuoco”

Il nome è volutamente provocatorio, “A fuoco il coprifuoco”, ma l’iniziativa che Confcommercio Sicilia si accinge ad attuare di concerto con Fipe vuole in realtà gridare “basta” rispetto alla scelta di far chiudere i pubblici esercizi alle 22 in piena estate, favorendo comportamenti disordinati e opposti. “La nostra non è disobbedienza civile – sottolinea il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti – ma vogliamo alzare la voce rispetto a un provvedimento inaccettabile, ancora di più in una terra come la nostra dove, in estate, con le elevate temperature, il periodo serale è quello scelto per cercare un poco di refrigerio, per ritemprarsi dalle fatiche giornaliere, per godere della brezza marina. E tutto ciò, naturalmente, va ad incrociarsi con le legittime aspettative degli operatori del settore che sfruttano questo periodo per accrescere i loro affari, un’attesa ancora più pressante dopo mesi e mesi di fermo. Avvieremo, a livello siciliano, una raccolta firme su Change.org che attiveremo tra i nostri associati e metteremo a disposizione della nostra confederazione a livello nazionale per esprimere tutto il dissenso verso questa decisione che continua a penalizzarci in maniera forte”.

 

Confcommercio Milano: con nuove per coprifuoco e locali al chiuso crescita dei ricavi tra 18 e 184 milioni

Spostare il coprifuoco alle 23 consentirebbe una crescita dei ricavi pari a 18,6 milioni di euro, spingersi alle 24 permetterebbe invece un recupero di 33,6 milioni di euro". La stima è dell'Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, focalizzata sulle attività di somministrazione: bar e ristoranti. Ben altro impatto, dal punto di vista economico, avrebbe invece, la riapertura dei locali anche al chiuso con lo slittamento del coprifuoco alle 23: +109 milioni di euro (con il coprifuoco alle 24 l'incremento raggiungerebbe i 184 milioni di euro). "A Milano, Monza Brianza e Lodi operano 21mila pubblici esercizi con un volume d'affari complessivo mensile, con l'attuale zona gialla ‘rafforzata’, di 380 milioni di euro: dimezzato rispetto a una situazione senza Covid", conclude la Confederazione.

 

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