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Mercoledì, 22 Settembre 2021 12:09

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Appuntamento all'Auditorium della Conciliazione con gli interventi del presidente Sangalli e del ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti. Prevista la diretta streaming.
Mercoledì 29 settembre (alle ore 11.30) all’Auditorium della Conciliazione di Roma andrà in scena la trentacinquesima edizione dell'Assemblea Generale di Confcommercio. L'evento, che potrà essere seguito in streaming, si aprirà con un messaggio di saluto del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Seguirà una presentazione video "particolare" che precederà gli interventi del Presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli e del Ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti.

Il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna Maurizio Prestifilippo nomina Michele Lorina Commissario Confcommercio della Città di Caltanissetta e Salvatore Morreale Commissario dei Comuni nisseni che compongono l’Area del Vallone. Vito Faraci è invece nominato Delegato del Presidente nella Città di Gela.

Confcommercio Caltanissetta Enna è nata con lo scopo di rappresentare e assistere le attività economiche delle due province dell’entroterra siciliano e per garantire adeguata rappresentanza alle esigenze delle imprese.

E per meglio svolgere la sua missione, l’Associazione dei commercianti maggiormente rappresentativa comincia a strutturarsi nei comuni del nisseno attraverso la nomina di alcuni imprenditori, che avranno il compito di riorganizzare il sistema Confcommercio nel territorio.

Con questo spirito il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna Maurizio Prestifilippo ha nominato, con propria Determina presidenziale, un Commissario Confcommercio per la Città di Caltanissetta, un Commissario Confcommercio per i Comuni della provincia di Caltanissetta che compongono l’Area del Vallone e un Delegato del Presidente che dovrà occuparsi della riorganizzazione della Città di Gela.

La scelta di Prestifilippo è ricaduta sull’imprenditore nisseno Michele Lorina che è stato nominato Commissario Confcommercio per la Città di Caltanissetta, sull’imprenditore serradifalchese Salvatore Morreale, nominato Commissario Confcommercio per i Comuni di Acquaviva Platani, Bompensiere, Campofranco, Milena, Montedoro, Mussomeli, Serradifalco, Sutera, Vallelunga Pratameno e Villalba che compongono l’Area del Vallone e sull’imprenditore gelese Vito Faraci, nominato Delegato del Presidente della Città di Gela.

«Confcommercio Caltanissetta Enna deve strutturarsi anche nel territorio della provincia di Caltanissetta perché possa garantire adeguata assistenza alle imprese e rappresenti un solido punto di riferimento per tutte le attività commerciali del territorio – dichiara il Presidente Maurizio Prestifilippo – Abbiamo scelto Michele Lorina, Salvatore Morreale e Vito Faraci, imprenditori stimati che conoscono bene il mondo di Confcommercio e a loro abbiamo affidato il delicato compito di coinvolgere il tessuto imprenditoriale nel nostro progetto di sviluppo e di strutturare un sindacato dei commercianti forte ed autorevole».

La missione di Lorina, Morreale e Faraci sarà quella di riorganizzare la Confcommercio nel territorio di competenza, adottando tutti i provvedimenti necessari per restituire la dignità rappresentativa ai commercianti aderenti a Confcommercio ed avviare le procedure propedeutiche alla costituzione degli organismi elettivi.

«Il nostro obiettivo – conclude il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna Maurizio Prestifilippo – è quello di costituire le delegazioni comunali, che avranno il compito di garantire la rappresentanza di Confcommercio nel territorio. Gli uomini scelti hanno spiccate capacità di aggregazione e sono certo che riusciranno a coinvolgere le migliori espressioni imprenditoriali nell’ambizioso progetto di una Confcommercio forte e ben radicata nel territorio. Le nostre imprese stanno resistendo ad una crisi economica senza precedenti, esasperata dalla pandemia che sembra non voler dare tregua. E il sostegno di Confcommercio è fondamentale per affrontare insieme la gravità del momento e per trovare la forza necessaria per venirne fuori. Oggi, più che mai, è importante fare squadra e sviluppare condivise strategie di rilancio».

La Sicilia in zona gialla da oggi, lunedì 30 agosto, con nuove regole e misure - ma senza coprifuoco - per arginare i contagi da coronavirus e la diffusione del covid. Nella regione, che ieri ha fatto registrare altri 1.369 casi con un nuovo aumento di ricoveri e terapie intensive, ecco cosa cambia dopo l'ordinanza il 27 agosto scorso firmata del ministro della Salute Speranza, che certifica il passaggio di colore dalla zona bianca del resto d'Italia.

Da oggi in Sicilia obbligo di indossare le mascherine all'aperto. Non c'è invece coprifuoco. Si può entrare e uscire dalla regione in zona gialla ed è possibile raggiungere le seconde case fuori regione a prescindere dal colore della zona di partenza e di arrivo. Rispetto alla zona bianca, nessuna modifica alle funzioni del Green pass: il certificato verde - per vaccinati, guariti o soggetti negativi a tamponi - consentirà ad esempio l'accesso a ristoranti e bar al chiuso, dove torna il limite di 4 persone al tavolo, a meno che non si tratti di conviventi. All'aperto, il servizio può essere offerto a tutti. Il green pass è indispensabile per l'accesso ad una serie di attività e servizi (piscine, palestre, centri termali, cinema, teatri, parchi a tema, congressi e fiere). La Sicilia sarà in zona gialla il primo settembre, quando il green pass diventa obbligatorio per usufruire dei trasporti a lunga percorrenza (treni, aerei e navi).

Come stabilisce inoltre l'ultimo decreto covid, negli impianti sportivi di una regione in zona gialla "la capienza consentita non può essere superiore al 25% di quella massima autorizzata e, comunque, il numero massimo di spettatori non può essere superiore a 2.500 per gli impianti all'aperto e a 1.000 per gli impianti al chiuso".

L'ultimo bollettino fotografa una situazione complessa: sono 1.369 i contagi registrati ieri, ancora una volta il numero più alto tra le regioni italiane. Registrati 10 morti: 1 il 28 agosto, 8 il 27 agosto e 1 il 26 agosto. In terapia intensiva sono in cura 108 persone (4 in più rispetto a ieri). I pazienti in area non critica sono 914 (+21). Il dato dei guariti è pari a 864 persone. I tamponi molecolari processati sono stati 7092. I tamponi rapidi sono stati 6414. Tra le province, spicca Palermo con 343 casi.

"Sa quale è il vero problema? Che le persone non vogliono più indossare la mascherina. Noi cerchiamo di essere presenti, soprattutto nelle zone dove è più alta l'affluenza di turisti, o nelle località balneari, o ancora dove si creano assembramenti per alcuni locali la sera. Ma non è semplice. In tanti ormai sono orientati a non indossare la mascherina, con l'equivoco di chi non la porta perché vaccinato", dice il Prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani, all'Adnkronos.

"Noi i controlli li facciamo sempre - dice all'Adnkronos - Sono circa duemila i controlli al giorno, e oltre 50 mila i controlli eseguiti solo ad agosto. E' evidente che in una città e una provincia come Palermo dove accadono episodi di ogni genere, le forze dell'ordine devono essere sempre presenti. I controlli vanno fatti nei locali, nelle attività economiche, cose che facciamo regolarmente". Dall'inizio della pandemia sono stati oltre mezzo milione i controlli eseguiti nella provincia di Palermo.

"Noi cerchiamo di essere presenti ", ma il messaggio è chiaro: "Sono le persone che si devono convincere che le regole vanno rispettate". E ricorda che venerdì ha fatto un incontro con tutti i sindaci del distretto di Palermo. Proprio in vista della zona gialla.

' Il presidente Prestifilippo ha scelto l'imprenditore Vito Faraci Così in città ci sono due associazioni. Francesco Trainito si ritiene in carica: Confcommercio di Gela ha la sua autonomia giuridica Per la guerra siciliana della Confcommercio Gela si ritrova con ben due imprenditori a capo di due Confcommercio. Uno, come è noto è Francesco Trainito che si ritiene in carica perché l'Ascom di Gela ha l'iscrizione alla Camera di Commercio, la sua partita Iva e la sua autonomia e a febbraio ha deliberato di aderire ad Ascom Confcommercio della città metropolitana di Catania. Poi c'è la Confcommercio di Caltanissetta Enna che è nata di recente pe rappresentare e assistere le attività economiche delle due province dell'entroterra siciliano. Il presidente Maurizio Prestifilippo è convinto che il progetto di sviluppo del territorio non può prescindere dalla Città di Gela che rappresenta la più grande realtà per abitanti e imprese, oltre a rivestire importanza strategica perché unico sbocco a mare per le due province di Caltanissetta ed Enna. Perciò Prestifilippo ha deciso di nominare un proprio delegato a Gela, con il preciso incarico di sviluppare e diffondere il sistema Confcommercio in città. La scelta è ricaduta su Vito Faraci, 60 anni, imprenditore del settore dei supermercati: «La nomina di Faraci - ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna Maurizio Prestifilippo - mira a coinvolgere gli imprenditori di Gela nel tentativo di rappresentare le molteplici e comL'imprenditore Vito Faraci plesse esigenze delle imprese. Il compito di Vito Faraci sarà di creare le condizioni affinché Gela assuma un ruolo da protagonista all'interno del sindacato interterritoriale. Sono certo che Faraci riuscirà a coinvolgere il tessuto imprenditoriale gelese in questo progetto di sviluppo e sarà punto d'avvio per costruire anche a Gela un sindacato dei commercianti forte ed autorevole». Vito Faraci ha accettato l'incarico e ha già avviato una serie di incontri con gli imprenditori della Città di Gela: «Ringrazio Maurizio Prestifilippo per la fiducia che ha voluto accordarmi - ha detto il neo Delegato - più volte ci siamo confrontati sulla necessità di creare una grande organizzazione datoriale che possa sostenere gli imprenditori e possa rappresentarne le istanze. Oggi, più che mai, è importante fare squadra e sviluppare strategie di rilancio».

"Tutti devono fare la propria parte". "E’ di tutta evidenza il collegamento tra contrasto della pandemia, sviluppi della campagna di vaccinazione e progressiva normalizzazione e ripartenza delle attività economiche"Confcommercio torna sul tema del Green Passe in particolare sulla vaccinazione nei luoghi di lavoro. "E’ di tutta evidenza - sottolinea in una nota la Confederazione - il collegamento tra contrasto della pandemia, sviluppi della campagna di vaccinazione e progressiva normalizzazione e ripartenza delle attività economiche". "Crediamo, dunque, - prosegue Confcommercio - che tutti debbano fare la propria parte. Vale per le scelte politiche e di governo da compiersi nel solco necessario delle previsioni dell’articolo 32 della Costituzione. Vale per le responsabilità proprie delle parti sociali. Rinnoviamo, dunque, l’invito al confronto tra associazioni imprenditoriali e sindacati dei lavoratori sull’opportunità offerta dal Green Pass per la maggiore sicurezza dei luoghi di lavoro e, anzitutto, di quelli aperti al pubblico. E’ un confronto che gioverebbe alla coesione sociale". "Ed è un passaggio - conclude Confcommercio - che va affrontato con adeguata programmazione e promuovendo informazione e consapevolezza, ma anche sottolineando il dovere civile della vaccinazione come concreta scelta di responsabilità".

COMUNICATO STAMPA DEL 23 AGOSTO 2021

«Enna non può restare con Palermo. La Camera di Commercio di Palermo ed Enna è un fallimento per il nostro territorio»
È questa la sintesi della riflessione del Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna Maurizio Prestifilippo, che vuole mettere sul tavolo della preannunciata riforma l’esigenza di restituire al territorio ennese uno strumento camerale efficace per le esigenze delle sue imprese, adesso abbandonate e prive di reale rappresentanza.
«Siamo lontani dagli interessi del Capoluogo e aspiriamo ad una soluzione diversa - sostiene il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna Maurizio Prestifilippo - Quello di Confcommercio Caltanissetta Enna vuole essere un forte richiamo agli altri sindacati datoriali della Provincia di Enna e ai Sindacati dei lavoratori, perché si scelga una posizione condivisa da prospettare al governo regionale».
Pochi pensavano che il Presidente Nello Musumeci decidesse di affrontare la delega assegnatagli dal parlamento di proporre una riforma complessiva delle Camere di Commercio siciliane: «Il Presidente della Regione si è voluto caricare di un bel po’ di lavoro e adesso dovrà impegnarsi a ricostruire un assetto politico, programmatico e funzionale delle Camere – dichiara il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna - E dovrà metterci un bel po’ di impegno se non vorrà che questa delega si risolva nella solita beffa ai danni dei siciliani. Il Presidente della Regione ha poco tempo per farlo. La legislatura volge ormai al termine».
Intanto escono malissimo, da questa prima fase, gli attuali presidenti delle Camere di Commercio: «Essi, spaventati dalle prospettive di cambiamento - sottolinea Prestifilippo - hanno scritto una lunga e articolata istanza, perché Musumeci impugnasse davanti la Corte Costituzionale l’articolo 54 Ter della Legge Sostegni Bis. Per conflitto d’attribuzioni. La lettera contiene una circostanziata dimostrazione di come il Parlamento abbia invaso un potere esclusivo della Regione. Arrivano perfino a negare il primato della politica, che è elemento di democrazia e di coesione nazionale. Ma Musumeci ha deciso altrimenti».
Il testo dell’emendamento Prestigiacomo è adesso legge dello Stato e impegna tutti. E può essere l’occasione di applicare in Sicilia criteri modernissimi di riforma delle Camere di Commercio: «Molti sono i problemi da risolvere - sostiene Maurizio Prestifilippo - Al primo punto c’è la sostenibilità economica delle Camere di Commercio, fortemente minata dall’onere delle pensioni dei dipendenti in quiescenza che, al pari degli stipendi dei dipendenti in servizio, vengono pagate a carico della spesa corrente. Questa circostanza ha reso assai problematica la quadratura dei bilanci. La Regione si appropriò dei fondi pensionistici delle Camere di Commercio e adesso dovrà farsi carico di trovare una soluzione. L’attuale fase di stallo degli Enti camerali discende da quell’atto scellerato, su cui la politica regionale ha glissato per un trentennio».
In tema di accorpamenti e separazioni, la riforma dovrà dettare regole precise per patrimonio, personale, governance: «Alle Camere di Commercio dovranno essere assegnati nuovi compiti, nuovi poteri e nuove risorse. Bisognerà ampliare e diversificare le entrate garantendo una parziale autonomia impositiva, strettamente correlata ai servizi che verranno erogati alle imprese - sottolinea il Presidente Prestifilippo - La Sicilia ha l’occasione di immaginare uno strumento di rappresentanza e di promozione dell’economia che dovrà essere capace di favorire al massimo livello l’innovazione del sistema produttivo».
La governance dovrà essere mantenuta in capo alle maggiori organizzazioni di categoria, ma dovranno essere rivisti i criteri di assegnazione dei seggi camerali: rigore, trasparenza, rappresentanza vera: «Nelle Camere che accorperanno più province dovrà essere data rappresentanza qualitativa, nelle Giunte, a tutti i territori che le compongono - conclude il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna - Un vero salto di qualità dovrà essere compiuto nella riqualificazione della dirigenza e nella loro autonomia, soprattutto nei servizi statistici e amministrativi. La riforma dovrà incentivare Camere di Commercio capaci di sviluppare il dibattito sulla visione del futuro, elaborando strategie orientate verso l’innovazione e gli interessi economici strategici della Regione».
Le Camere di Commercio dovranno essere il deposito di conoscenza del territorio e mettersi a disposizione della classe politica, degli enti locali, dei decisori economici, ma anche delle micro e piccole imprese. E il Presidente di Confcommercio Caltanissetta Enna Maurizio Prestifilippo ci crede: «Che straordinaria possibilità si offre di mettere in atto la nostra sicilianissima autonomia! Di essere magari precursori di un nuovo Ente camerale in Italia. Si può fare, basta solo volerlo! Il nostro auspicio è che sia condiviso il progetto di restituire a Enna e alle sue imprese una rappresentanza camerale efficace».

 

Piazza Armerina tra i 55 Comuni in Sicilia, con una bassa percentuale di vaccinati, inferiore al 60 per cento del totale della popolazione e con una incidenza di contagi nei sette giorni (13-19 agosto) superiore a 150 casi per 100 mila abitanti. Da qui l’ordinanza del presidente della Regione Siciliana che prevede per questi 55 Comuni, un tavolo permanente tra Asp e sindaci per raggiungere i target di immunizzati, l’utilizzo di mascherine all’aperto nei contesti di presenza di molti cittadini (quali ad esempio le strade) e che ribadisce il divieto di assembramento in pubblico e le misure di contenimento per gli eventi privati (tampone nelle 48h antecedenti). Due i Comuni in fascia arancione, Barrafranca e Niscemi. Quindi una Sicilia a chiazze tra bianco, giallo e arancione che nei prossimi giorni dovrà cercare di raggiungere l’obiettivo di incrementare il numero di vaccinati partendo da questi Comuni sotto stretta osservazione sanitaria. «Le misure previste dall’ordinanza del presidente della Regione – dichiara l’assessore regionale della Salute, Ruggero Razza – sono una grande opportunità per i Comuni individuati perché consentiranno, nel rapporto di leale collaborazione con i sindaci, di moltiplicare gli sforzi per la vaccinazione. È un modello che può essere rafforzato anche in altri centri con una minore percentuale di contagio, ma con un numero di cittadini immuni non ancora adeguato ai target nazionali».
Fonte: Piazza in diretta :Ranieri Luca Ferrara

  pdf - Ordinanza contingibile e urgente n. 85 del 22 agosto 2021 (PDF)  (274 KB)

PALERMO. La Regione stanzia sei milioni di euro di finanziamenti a piccole e medie imprese per lo sviluppo di progetti formativi per la ricollocazione e la riqualificazione dei lavoratori. Al fine di contrastare gli effetti economici negativi causati dal Covid-19, il governo nazionale ha istituito il Fondo nuove competenze (Fnc), con l'obiettivo di favorire lo sviluppo di nuove competenze per la ricollocazione dei lavoratori. L'assessorato regionale all'Istruzione e alla Formazione professionale ha quindi pubblicato l'Avviso n. 43/2021, con il quale finanzia le attività formative proposte dalle imprese che abbiano presentato istanza a valere sull'Avviso del Fnc e che abbiano stipulato accordi collettivi di rimodulazione dell'orario di lavoro entro il 30 giugno 2021, finalizzandolo all'aggiornamento delle competenze. Tali accordi collettivi devono individuare il numero dei lavoratori coinvolti nell'intervento, il numero di ore dell'orario di lavoro da destinare a percorsi formativi e i progetti finalizzati allo sviluppo delle competenze. «Con questa azione la Regione interviene a sostegno delle piccole e medie imprese - spiega l'assessore regionale Roberto Lagalla - finanziando percorsi formativi di riqualificazione del personale utili allo sviluppo di nuove competenze, necessarie al reinserimento o ad una positiva ricollocazione dei lavoratori. Questo Avviso si inserisce in un più ampio quadro di interventi che il governo Musumeci, in linea con il Pnrr, sta attuando per sostenere economicamente le aziende e permettere ai lavoratori di non fuoriuscire dal mercato del lavoro attraverso il miglioramento del loro profilo professionale». Nello specifico l'Avviso della Regione finanzia i progetti di piani formativi ammessi a finanziamento del Fnc che possono essere attuati e già conclusi, al momento della presentazione dell'istanza di finanziamento, oppure in corso di attuazione o da attuare non oltre il 30 novembre 2021. Possono presentare istanza di finanziamento piccole e medie imprese con almeno una sede operativa in Sicilia e le attività formative oggetto di finanziamento possono rivolgersi ad un massimo di 50 lavoratori e devono essere erogate da enti accreditati, a livello nazionale o regionale, o da altri soggetti, anche privati, che per statuto o istituzionalmente, svolgono attività di formazione, comprese le università statali e le non statali legalmente riconosciute, gli istituti di istruzione secondaria di secondo grado. 

Il presidente di Confcommercio sull’edizione milanese del Corriere della Sera: “Il miglior modo per sostenere le imprese è quello di lasciarle lavorare, molte sono penalizzate”. “Con i fondi Ue una città sostenibile e attrattiva”.


Le ferite inferte dalla crisi Covid «sono profonde», soprattutto per il settore del terziario che nell’area metropolitana di Milano ha registrato finora perdite che superano i 40 miliardi. Tuttavia, per quanto riguarda da commercio, turismo e servizi, nel secondo trimestre di quest'anno «c'è stata una crescita di nuove imprese del 2,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019. Un dato che dimostra la forza del nostro tessuto imprenditoriale nonostante i danni devastanti provocati dal Covid. Parte dai numeri il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: «I dati economici del nostro territorio sono finalmente incoraggianti. E questo si deve a un sistema imprenditoriale solido che sta reagendo bene soprattutto grazie ai risultati della campagna vaccinale».

Come sostenere ancora le realtà che hanno scontato il lockdown? Quali sono in maggiore difficoltà?

«Il miglior modo per sostenere le imprese è quello di lasciarle lavorare. Anche se siamo in zona bianca non bisogna dimenticare che molti settori, come quelli del turismo e dell'accoglienza, sono ancora penalizzati. Per non parlare dell'intrattenimento con le discoteche che non hanno mai riaperto dall'inizio dell'emergenza sanitaria. Finora gli indennizzi dei vari decreti governativi, i sostegni della Regione e la riduzione della Tari milanese, come da noi fortemente richiesto, hanno dato un po' di ossigeno alle imprese. Non siamo, però, ancora fuori pericolo ed è necessario continuare con questa strategia di aiuti raccordandola all'evoluzione della pandemia».

Come garantire il connubio sicurezza-lavoro?

«La sicurezza è ovviamente la precondizione er lavorare. Vaccini, mascherine e distanziamento si sono dimostrati mezzi efficaci. Tuttavia il ricorso iniziale al lockdown totale, per un tempo così lungo, è stato forse eccessivo. Fermare le imprese deve essere sempre una extrema ratio. Una settimana di zona rossa a Milano, ad esempio, costa alle imprese del terziario colpite dalle restrizioni oltre 200 milioni di euro».

Il green pass garantisce sicurezza: ma sarà un ulteriore ostacolo?

«Il green pass è la logica conseguenza dei vaccini non obbligatori ed è la chiave per rimettere in moto l'economia. Per le imprese non deve però rappresentare un passaggio burocratico in più né tantomeno un costo. Noi siamo sempre stati favorevoli all'autocertificazione ma sollevando l'imprenditore da qualunque responsabilità che non sia quella di chiedere il green pass».

Vi siete spesi per confermare il Salone, cosa ci dobbiamo aspettare?

«Farlo slittare sarebbe stato un segnale negativo in piena stagione turistica. Sarà invece un "Supersalone", come lo ha definito il suo ideatore architetto Stefano Boeri, capace di incrociare l'esperienza fisica e digitale con tante novità. Sarà una ripartenza in grande stile di un motore economico di Milano — più di 200 milioni di indotto — dal forte valore simbolico».

Come rilanciare l'immagine internazionale?

«Dovrebbe essere un obiettivo ancora più importante per la prossima amministrazione comunale proprio perché dobbiamo recuperare il terreno perduto col Covid e nove milioni di turisti. A questo proposito, qualunque sia l'esito del voto, sarebbe importante continuare e rafforzare l'esperienza di Milano e Partners, l'agenzia di promozione della nostra città, fondata da Comune e Camera di commercio. Uno strumento molto efficace, che ha già lanciato una campagna di comunicazione internazionale, e che potrebbe fare sinergia con la recente alleanza tra Regione e Gruppo Sea per la promozione della Lombardia nel mondo».

II Pnrr potrà essere volano per il rilancio della città? Come evitare il rischio di sprecare le risorse e l'occasione?

«È la vera priorità. Se queste risorse europee, 4,7 miliardi, saranno confermate, Milano avrà la reale capacità di attuare grandi progetti in tempi rapidi. Progetti già indicati a livello generale dal Recovery Plan dell'Unione Europea ma ancora da mettere a terra. Parliamo soprattutto del potenzialmente delle infrastrutture materiali e immateriali nel quadro della sostenibilità e della nuova attrattività di Milano. È una opportunità davvero irripetibile e dovrebbe essere il terreno di confronto principale tra chi guiderà la città nei prossimi 5 anni».

 

Entra in vigore l’obbligo di certificazione verde per entrare nei ristoranti al chiuso e consumare al tavolo anche nei bar. Approvato il nuovo decreto sul green pass, novità per scuola e trasporti.

Scatta da oggi il green pass obbligatorio per entrare nei ristoranti al chiuso e consumare al tavolo anche nei bar. Ad imporlo è l'articolo 9 bis del decreto 105 del 23 luglio 2021, che prevede l'impiego della certificazione verde anche per:

· spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive;

· musei e altri istituti e luoghi di cultura;

· piscine, palestre, centri benessere - compresi quelli collocati all'interno di strutture ricettive - al chiuso;

· sagre, fiere, convegni e congressi;

· centri termali, parchi tematici e di divertimento;

· centri culturali, sociali e ricreativi limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l'infanzia, compresi i centri estivi e le relative attività di ristorazione;

· sale gioco, scommesse, bingo e casinò;

· concorsi pubblici.

 

COME SI OTTIENE IL PASS - Il pass viene rilasciato dopo la prima dose di vaccino - passati 15 giorni dalla somministrazione - o a conclusione del ciclo vaccinale e quindi dopo la seconda dose, (valido 9 mesi), con il certificato di guarigione dal Covid (valido 6 mesi), con l'esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti. L'obbligo di avere il green pass non si applica a tutti coloro che hanno meno di 12 anni - per i quali non è autorizzata la vaccinazione - e, dice il decreto, "ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del ministero della Salute".

 

RISTORANTI E BAR - Il certificato servirà per le consumazioni al tavolo al chiuso in ristoranti e bar, dove non sarà invece necessario per il servizio al bancone. Il decreto prevede che "i titolari o i gestori dei servizi e delle attività " per le quali serve il certificato "sono tenuti a verificare che l'accesso ai predetti servizi avvenga nel rispetto delle prescrizioni". Dunque spetta ai titolari degli esercizi controllare il pass, attraverso 'Verifica C19', la app ufficiale del ministero della Salute. Controlli che, ovviamente, potranno esser svolti anche dalle forze di polizia.

CINEMA E TEATRI - Arriva l'obbligo di green pass per cinema e teatri, ma aumenta il numero di spettatori ammessi ad assistervi. In zona gialla si entrerà con green pass, mascherina e distanziamento, ma gli spettatori potranno salire all'aperto dagli attuali 1000 a un massimo di 2500 e al chiuso da 500 a 1000. Mentre in zona bianca, dove ora sono fissati limiti di capienza, viene fissato un tetto all'aperto di 5000 persone e al chiuso di 2500 persone.

SANZIONI - Per chi viola le regole o non effettua i controlli è prevista una sanzione da 400 a 1000 euro sia a carico dell'esercente sia dell'utente. Se le violazioni si ripetono in 3 giorni diversi, l'esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.

 

Nuovo decreto sul green pass, novità per scuola e trasporti
una seduta del Consiglio dei ministri

Il Consiglio dei ministri ha approvato il nuovo decreto che rende obbligatorio l'uso del green pass per scuola, università e trasporti a lunga percorrenza. Il testo entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, dunque entro il 7 agosto. Vediamo il dettaglio delle misure.

SCUOLA E UNIVERSITÀ – L’obbligo della certificazione varrà anche per gli studenti universitari, un'ipotesi che non era emersa nei giorni scorsi. A scuola, professori e personale non docente dovranno avere ed esibire la certificazione e se non lo faranno scatteranno le sanzioni: il mancato rispetto delle disposizioni, dice la bozza del decreto, "è considerata assenza ingiustificata" e dopo cinque giorni il rapporto di lavoro "è sospeso e non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento". I controlli spetteranno ai dirigenti scolastici. Il decreto raccomanda poi il rispetto del distanziamento di un metro, "salvo che le condizioni strutturali-logistiche degli edifici lo consentano" e ribadisce l'obbligo di mascherina per tutti gli studenti, ad eccezione dei bambini sotto i 6 anni e per chi ha patologie incompatibili con l'utilizzo. Il governo non esclude però che si possa stare in classe senza mascherina: per le classi di studenti "che abbiano tutti completato il ciclo vaccinale o abbiano un certificato di guarigione", i protocolli possono prevedere delle deroghe all'obbligo. Il decreto è invece molto restrittivo sulla possibilità di derogare alla presenza in classe degli studenti. I governatori potranno disporre la Dad solo per "specifiche aree del territorio o per singoli istituti...esclusivamente in zona rossa o arancione" e "in circostanze di eccezionale e straordinaria necessità dovuta all'insorgenza di focolai o al rischio estremamente elevato di diffusione del virus o di sue varianti nella popolazione scolastica".

TAMPONI A 8 EURO DA 12 A 18 ANNI - Sempre nell'ottica di favorire il rientro a scuola, il Commissario per l'Emergenza, Francesco Figliulo, ha siglato un protocollo d'intesa con le farmacie per i tamponi antigenici a prezzi calmierati: i giovani da 12 a 18 anni pagheranno 8 euro, gli over 18 invece 15. Nelle prenotazioni le farmacie dovranno dare la precedenza ai ragazzi e avranno una remunerazione complessiva di 15 euro, 7 dei quali saranno coperti con un contributo dello Stato.

TRASPORTI A LUNGA PERCORRENZA - L'altro punto centrale del decreto è l'obbligo del green pass per i trasporti a lunga percorrenza, che scatterà dal primo settembre. Dovrà essere esibito per salire sugli aerei, sulle navi e sui traghetti, sui treni ad alta velocità e sugli intercity e anche sugli autobus di linea che collegano regioni diverse o su quelli a noleggio con conducente. Ad effettuare i controlli saranno i gestori dei servizi e chi sarà trovato senza il pass avrà una sanzione da 400 a 1000 euro. Nessun obbligo, invece, per i collegamenti con le isole minori e per lo Stretto di Messina, per bus e metropolitane del trasporto pubblico locale e per bus e treni regionali. Sia per la lunga percorrenza sia per il trasporto pubblico locale la capienza salirà dal 50 all'80%, sia in zona bianca che in zona gialla.

ALBERGHI - Nel decreto non c'è una norma specifica ma il Cdm ha confermato quanto già previsto: i clienti che vogliono accedere ai ristoranti e ai bar al chiuso all'interno delle strutture non dovranno utilizzare il green pass. Per i centri benessere degli alberghi, invece, il pass servirà, come stabilito dal decreto di luglio.

QUARANTENA VACCINATI E REITHERA - La cabina di regia tra i capigruppo di maggioranza ha anche dato il via libera ad altri due provvedimenti. Il primo riguarda la quarantena per chi ha completato il ciclo vaccinale ed entra in contatto con un positivo al Covid: dovrà rimanere in isolamento non più dieci giorni ma sette, al termine dei quali dovrà fare un tampone. Un'ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, definisce invece la procedura per chi fatto la sperimentazione con il vaccino di Reithera e ha avuto una o due dosi di quel farmaco: ci sarà un certificato di esenzione temporanea alla vaccinazione valida fino al 30 settembre. A rilasciare il certificato sarà il medico responsabile del centro dove è stata fatta la somministrazione.

SAN MARINO - Un'esenzione è prevista dal decreto anche per i cittadini residenti a San Marino, dove la maggior parte della popolazione è vaccinata con Sputnik, il farmaco russo non riconosciuto dall'Ema. Per loro è prevista l'esenzione fino al 15 settembre.

 

Fipe: “pronti sul green pass ma non a controllare i documenti di identità, non siamo pubblici ufficiali”

I 270mila bar e ristoranti sono pronti a controllare i green pass dei clienti che consumeranno al tavolo all’interno dei locali, pur tra notevoli difficoltà organizzative. Anche se non manca chi, soprattutto tra i bar, ha scelto di eliminare il consumo al tavolo perché non in grado di garantire il controllo dei certificati. Ma è l’ipotesi di dover controllare anche i documenti di identità che viene vissuta con profondo disagio dagli esercenti, perché rappresenta un atto di sfiducia nei riguardi dei clienti e una forzatura, visto che imprenditori e addetti non possono svolgere funzioni di pubblico ufficiale.

“La responsabilità dell’uso improprio del green pass - spiega Aldo Cursano, vicepresidente vicario di Fipe-Confcommercio - non può ricadere sulle imprese ed è per questo che fin dall’inizio abbiamo sostenuto la procedura dell’autocertificazione che è stata alla base di tutte le norme varate nei momenti più complicati della pandemia. Occorre immediatamente mettere mano al decreto legge per correggere una distorsione che le imprese faranno fatica ad applicare”.

La Federazione segnala infine la difficoltà di quel 40% di imprese che non ha spazi esterni e che si troverà costretto a respingere i turisti che provengono da quei Paesi che hanno somministrato vaccini non riconosciuti dall’Ema. Un bel paradosso in piena stagione turistica.

 

Federalberghi: "bene la scelta sui ristoranti degli alberghi"
Le persone alloggiate nelle strutture ricettive possono consumare i propri pasti al chiuso nei ristoranti delle strutture stesse anche se non sono in possesso della certificazione verde. Lo ha confermato la cabina di regia, specificando che il “green pass” dovrà invece essere esibito dai clienti non soggiornanti.

“Possiamo quindi rassicurare i nostri ospiti – commenta il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - sulla possibilità di usufruire normalmente dei servizi di food and beverage presso le strutture turistico ricettive, sia per la prima colazione sia per l’accesso al ristorante e al bar”.

Bocca ringrazia “il ministro del Turismo, il Governo e la Conferenza delle Regioni per aver risposto alle istanze di Federalberghi con una soluzione che consente alle famiglie di trascorrere in tranquillità le proprie vacanze”.

 

Fiavet: “sugli hotel una scelta di buonsenso”

"Apprezziamo l'esenzione del green pass per i clienti degli hotel che vogliono recarsi al ristorante e al bar. Riteniamo che sia stata fatta una scelta di buonsenso". Così la presidente di Fiavet-Confcommercio Ivana Jelinic, per la quale "sarebbe stato quantomeno complesso predisporre, in pieno agosto, le necessarie verifiche di controllo delle persone nei locali interni dell'albergo, e sicuramente gli utenti sarebbero stati disturbati diverse volte al giorno scoraggiando ulteriormente una già debole domanda turistica e di viaggi d'affari". "L'aumento delle capienza dei treni dal 50 all' 80% è un segnale veramente positivo. Piano piano si comincia ad avere dei cenni di ritorno alla normalità, e con essa a una normalizzazione del mercato", ha concluso Jelenic.

Rinviati al 15 settembre i versamenti Irap e Iva che si sarebbero dovuti fare tra il 30 giugno e il 31 agosto. Le istruzioni dell’Agenzia delle Entrate.

L'Agenzia delle Entrate ha definito il nuovo calendario dei pagamenti dovuti dalle imprese (Irap e Iva) a seguito del rinvio al 15 settembre dei versamenti che si sarebbero dovuti fare tra il 30 giugno e il 31 agosto. Sulle nuove rate saranno dovuti gli interessi al tasso del 4% annuo.

CHI RIENTRA NELLA PROROGA - Possono usufruire dei maggiori termini di versamento i soggetti che esercitano attività economiche a cui si applicano gli Indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa) e che dichiarano ricavi o compensi non superiori al limite stabilito per ciascun indice dal relativo decreto di approvazione del Ministro dell'Economia e delle finanze. Pagamento differito anche per i contribuenti che, per il periodo di imposta in corso al 31 dicembre 2020:

applicano il regime forfetario agevolato;
applicano il regime fiscale di vantaggio per l'imprenditoria giovanile e lavoratori in mobilità;
partecipano a società, associazioni e imprese (ai sensi degli articoli 5, 115 e 116 del Tuir e che hanno i requisiti indicati al comma 1 dell'articolo 9-ter)
determinano il reddito con altre tipologie di criteri forfetari:
ricadono nelle altre cause di esclusione dagli Isa.
IL NUOVO CALENDARIO DEI VERSAMENTI RATEALI - Chi sceglie il pagamento rateale può pagare la prima rata entro il 15 settembre e, di conseguenza, vedrà prorogate anche le successive scadenze, sulle quali saranno dovuti gli interessi al tasso del 4% annuo a decorrere dal 16 settembre. Non è invece possibile differire il versamento in scadenza il 15 settembre di ulteriori 30 giorni con la maggiorazione dello 0,40 per cento a titolo di interesse corrispettivo.

Chi ha già versato la prima rata secondo i termini ordinari può proseguire i versamenti secondo le scadenze previste dal piano di rateazione originario, ma per le rate che scadono nel periodo 30 giugno-31 agosto 2021 il termine può considerarsi posticipato al 15 settembre 2021, senza applicazione di interessi. Se entro il 15 settembre si effettuano più versamenti con scadenze ed importi a libera scelta (senza, quindi, avvalersi di alcun piano di rateazione), è possibile, infine, versare la differenza dovuta a saldo in un'unica soluzione, al più tardi entro il 15 settembre 2021, senza interessi oppure in un massimo di quattro rate, di cui la prima da effettuare entro il 15 settembre, con applicazione degli interessi a partire dalla rata successiva alla prima.

A.A.A. camerieri cercansi La carenza. Operatori turistici e ristoratori lanciano l'allarme perché non riescono a trovare personale stagionale e alle difficoltà si è aggiunto l'obbligo del green pass

Sos camerieri, una delle professioni più sottovalutate ma in cui si nascondono le chiavi per avere successo nella vita. A patto, però, che siano muniti di Green pass. È quanto emerge dalla ricerca, diffusa da Adnkronos/Labitalia, dell'Osservatorio Evolution Forum condotta da Gianluca Spadoni, analizzando un panel di oltre 1.200 partecipanti al forum, uomini e donne compresi tra i 18 e 55 anni, sparsi in tutta Italia. Nelle ultime settimane, infatti, è salito alla ribalta l'allarme lanciato da operatori turistici e ristoratori sull'assenza di personale stagionale da impiegare nell'estate della ripartenza post-pandemia, cui si è aggiunto l'obbligo di Green pass a partire dal 6 agosto. Per Federalberghi, ad esempio, nei prossimi mesi mancheranno circa 200.000 addetti nel settore del turismo e dell'ospitalità, tra camerieri, baristi, cuochi e bagnini. Un problema che riguarda tutta la penisola e le cui motivazioni non sono scontate: sebbene per molti operatori la causa principale siano misure come il reddito di cittadinanza o la cassa integrazione, l'altra faccia della medaglia identifica negli stipendi bassi, a volte inesistenti, e nella precarietà il vero motivo dietro questo "buco" da centinaia di migliaia di addetti. Quello che, però, è certo è come il mestiere del cameriere sia spesso sottovalutato e svilito, oltre a essere visto come un lavoro usurante e di secondo piano che, spesso, non viene accettato dai più giovani. Senza dubbio una professione faticosa e che può mettere sotto stress, ma quella del cameriere è una delle migliori professioni per avviarsi alla vita lavorativa o rimettersi in gioco dopo aver perso una precedente occupazione, come spiega Gianluca Spadoni, punto di riferimento in Italia nell'ambito del Network Marketing e ideatore dell'Osservatorio Evolution Forum: «Con o senza il Green pass, in questo mestiere si nascondono le chiavi per la crescita personale dell'individuo. Io ho iniziato così ed è stata una vera benedizione. Una scuola importantissima di vita». «Il cameriere è un mestiere che consente, infatti, di sviluppare e rafforzare costantemente le proprie soft skills, competenze ormai imprescindibili in qualsiasi settore lavorativo. Oggi è fondamentale avere un curriculum con una specifica delle proprie "competenze umanistiche" oltre che quelle tecniche. Sappiamo che servono un reskill e un upskill delle nostre competenze e la mansione del cameriere sia come professionista sia per chi lo fa per generare un'entrata in attesa di un nuovo lavoro, può essere un ottimo esercizio di aggiornamento attivo» sottolinea. Autore di numerosi libri e formatore di oltre 350.000 professionisti in Italia, Spadoni spiega i 10 motivi che rendono questo mestiere un trampolino verso la realizzazione professionale, identificati grazie alla percezione dei partecipanti al forum: «Innanzitutto, il primo punto - elenca - è che il mestiere del cameriere consente di acquisire il senso delle regole e il rispetto delle gerarchie (risposta condivisa dall'85% dei partecipanti). Il secondo, diretta conseguenza del primo, è come aiuti a imparare a prendersi le proprie responsabilità (78%). Terzo, non meno importante, è come insegni la capacità di sviluppare responsabilità (leggasi autogestirsi) (74%)». Per chi si occupa di questa mansione, poi, uno degli aspetti più importanti è il trovarsi immerso nei rapporti umani quotidianamente e sempre con persone diverse giorno per giorno: «L'interazione continua - prosegue Spadoni - è un'ottima palestra per sviluppare delle competenze nel relazionarsi con gli altri in ambito lavorativo; il quarto punto, infatti, è la possibilità di scoprire cosa significhi davvero dare un servizio a qualcuno (70%), mentre il quinto è la capacità di rendersi disponibile verso gli altri, siano essi clienti o collaboratori (65%). Ovviamente, senza gentilezza non si va da nessuna parte, ma questo mestiere, ed è il sesto punto, non insegna a essere educati in modo formale e forzato, ma ad esserlo di natura (62%)». Gli ultimi motivi per cui questa professione nasconde le chiavi per avere successo nella vita riguardano delle abilità che, se sviluppate, serviranno in qualsiasi ambito lavorativo: «Un bravo cameriere - dice - è anche un bravo venditore; il settimo passo è l'imparare a essere convincenti (55%). Ma, entrando nello specifico dell'attività del cameriere nel periodo estivo di cui si fa un gran parlare in questi giorni, l'ottavo e il nono punto riguardano delle skill che pochissimi altri mestieri sono in grado di insegnare in maniera così decisiva: gestire i ritmi pressanti e raggiungere gli obiettivi in base a delle tempistiche prefissate.

Il presidente di Confcommercio al Messaggero: “noi siamo per il rispetto sempre e comunque della legalità, ma le disposizioni del decreto sul certificato vaccinale vanno migliorate”. “Per mettere in sicurezza le imprese e quindi l’economia occorrono condivisione e gradualità”.

No alle manifestazioni anti-pass come quella organizzata ieri a Roma dal movimento IoApro, sì ai vaccini e al ricorso massiccio al certificato verde per uscire dall’emergenza e azzerare i fattori di rischio che minacciano la ripresa dell’economia. Così il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli: «Noi siamo per il rispetto sempre e comunque della legalità. Servono proposte serie e puntuali con le istituzioni per ottenere risultati concreti per le imprese». Le disposizioni del decreto sul certificato vaccinale, secondo il numero uno di Confcommercio, vanno migliorate. «Ma vaccini e green pass», insiste Sangalli, «sono la chiave per uscire dall’emergenza». Secondo l’Ufficio studi di Confcommercio solo tra la fine del 2022 e il primo quarto del 2023 verranno recuperati i circa 11 punti percentuali persi a livello di consumi nel 2020.

Ieri il movimento IoApro è sceso in piazza a Roma per protestare contro il green pass. Qual è il suo giudizio?
«Noi siamo per il rispetto sempre e comunque della legalità. E lo abbiamo dimostrato in tutti questi mesi in ogni angolo del Paese. Confronto aperto e proposte puntuali con le istituzioni portano a risultati concreti per le imprese».

Su vaccini e green pass sposa la linea indicata dal premier Mario Draghi?
«Partiamo da una premessa. Il terziario di mercato è il settore che più ha pagato il prezzo della pandemia e rappresenta quell’economia della socialità che è la cifra del Paese. C’è, dunque, la consapevolezza che da questa terribile stagione se ne esce solo tutti insieme, e se ne esce con i vaccini e con il green pass. Questa è l’ulteriore dimostrazione del profondo spirito civico di chi fa impresa».

C’è un però?
«Le disposizioni del decreto sul certificato vaccinale vanno migliorate per tenere in più stretta connessione le ragioni del contrasto della pandemia con quelle di una difficilissima ripartenza dell’economia. Voglio ricordare che ci sono attività ancora limitate o addirittura chiuse, come le discoteche. Servono chiarimenti, correzioni e ristori. Li chiediamo al governo e al parlamento».

Come vede l’obbligo vaccinale per chi lavora nei bar e nei ristoranti?
«Per mettere in sicurezza le imprese e quindi l’economia occorre condivisione e gradualità. Nei settori del commercio e del turismo, associazioni datoriali e sindacati dei lavoratori hanno costruito, durante la pandemia, quei protocolli sanitari che hanno contribuito a tutelare la salute di imprenditori, collaboratori e consumatori. Dobbiamo ripartire da qui. Del resto non va dimenticato che i corpi intermedi hanno assicurato, in questo lunghissimo e drammatico anno, la tenuta sociale ed economica del Paese».

Molte imprese del commercio, del turismo e della ristorazione faticano a trovare personale, complici i molti bonus in pista. Introducendo l’obbligo vaccinale per i lavoratori di questi comparti si creeranno a suo avviso dei vuoti di organico difficili da colmare?
«Ripeto, green pass e vaccini sono la chiave per uscire dall’emergenza, ma c’è bisogno di un approfondimento su tempi e modalità. E a questo proposito sarebbe davvero utile un tavolo tecnico con il governo».

I consumi nel 2020 sono colati a picco. Quando si tornerà ai livelli pre-Covid?
«Secondo il nostro Ufficio studi, solo tra la fine del 2022 e il primo quarto del 2023 dovremmo aver recuperato circa 11 punti percentuali persi nel 2020. Per la filiera turistica e l’area della convivialità, i tempi rischiano di essere ancora più lunghi».

A proposito di turismo, il settore quando uscirà dal tunnel della crisi?
«Non è facile fare previsioni. Intanto, sull’estate del 2021, pesano sia la sostanziale assenza di turisti stranieri, sia una forte incertezza degli italiani che, soprattutto per effetto della variante Delta, posticipano le scelte di vacanza o disdicono le prenotazioni fatte. Per far tornare il turismo al peso che aveva prima del Covid, pari a circa il 13% del pil nazionale, dovremo aspettare il ritorno nel nostro Paese dei flussi stranieri, a cominciare dagli americani».

Cos’altro va fatto per ridurre le minacce all’economia?
«Occorre una rateizzazione di lungo corso del debito fiscale da Covid ed è necessario sostenere, anche intervenendo sulle regole europee, i prestiti bancari alle imprese accompagnati da garanzie pubbliche. Inoltre, vanno incentivati fiscalmente i processi di ricapitalizzazione delle imprese. Ma ora va anche fatto di tutto per mettere a terra il combinato disposto di investimenti e riforme previsto dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Sulle riforme attese, due annotazioni. Per quel che riguarda il fisco, i margini di manovra disponibili consigliano determinazione e realismo. Semplifichiamo il sistema e diamo certezze ai contribuenti. E l’avanzamento del contrasto di evasione ed elusione deve tradursi in riduzione della pressione fiscale a carico dei contribuenti in regola».

 

di Francesco Bisozzi

Dal Messaggero del 28 luglio 2021